Leggere e vacue a volte. A volte solo gentili, senza fremiti e senza echi.
A volte solo sussurrate. Accennate vagamente, distrattamente, quasi per caso. Divertenti spesso. Avventate e potenti come le emozioni non decantate, taumaturgiche come quei sorrisi grandi che restituiamo a chi ci fa dono di una gentilezza inaspettata.
A tratti rumorose nei sentimenti che vogliamo nascondere.
In alcuni momenti solo accennate, buttate lì per caso tra uno sguardo e l’altro.
Viviamo nelle nostre parole che ci rispecchiano e ci svelano, pagina dopo pagina, a coloro che sanno leggere, intuire, tradurre.
A coloro che sanno ricostruire il percorso delle nostre emozioni, delle nostre ombre, dei nostri inciampi.
Una nostra parola uscita per caso, per circostanza, arriva all’altro come una valanga inaspettata, terribile e minacciosa, attesa e al tempo stesso temuta.
Le nostre parole ci raccontano agli altri. Le nostre parole ci smascherano.
Le parole che escono dalle nostre labbra così, semplicemente sembra, raccontano tutto ciò che abbiamo dimenticato, che abbiamo messo da parte perché troppo doloroso, troppo importante, troppo grande. Troppo etereo, forse. Troppo bello anche solo da immaginare. Troppo pesante anche solo da evocare.
Le parole che vorremmo dire e non sappiamo pronunciare escono camuffate dalle nostre labbra. Camuffate da altro. Da altro che ci sfugge perché ancora solo abbozzato.
Le nostre parole, leggere come schiuma leggera, che rivelano la voglia di esserci e di restare, di lasciare una traccia, lasciare un ricordo incomprensibilmente presente. Un eco perennemente vivo, come quello di cascate nascoste tra le rocce.
Le nostre parole rinnegate e sbeffeggiate da noi stessi. Sminuite nei sentimenti che evocano, travestite nel contenuto, distorte nel suono originale della nostra anima.
Liquide e veloci nello scorrere, diluiscono le nostre rabbie, i nostri tuffi al cuore, le nostre ombre. Smorzano i nostri desideri, depotenziano i nostri voli, ci presentano agli altri per ciò che non siamo. O che non siamo del tutto. O che vorremmo essere.
Il suono delle nostre parole spesso in conflitto con l’essenza dei nostri sguardi. Le nostre parole spesso non aderenti alla nostra vera natura.
Le parole che ci raccontano. Che ci accompagnano e ci consolano riempiendo i silenzi dell’anima.
Che ci proteggono e ci tradiscono.
Noi siamo le nostre parole. Tutte le nostre parole.
Soprattutto quelle che non riescono ad uscire.