– Se – R. Kipling

 

Avevo forse undici o dodici anni quando dalla radio una voce profonda e calda, forse quella di Nando Gazzolo o di Alberto Lupo, cominciò a snocciolare le parole di quella poesia. Ero piccola, sì, ma ogni singola riga mi faceva sgranare gli occhi per la potenza del suo suono, del quale forse non capivo ancora bene il significato ma che mi arrivava intuitivamente nello stomaco.

olivettiQuelle righe riuscirono a sedimentarsi dentro di me per sempre. – Se – mi ha seguito mentre studiavo, trascritta  con l’Olivetti Lettera 22 di mia madre su un foglio attaccato sul muro davanti alla mia scrivania,  poi quando sono andata a vivere da sola l’ho riscritta con un Commodore 64 e stampata su un lucido giallo  messo sotto vetro. E l’ho attaccata in cucina. Il testo originale, in un inglese ricercato e melodico, è in rima. Quei versi sono diventati una musica nella mia testa. Sono diventati un precettore, una guida, un monito, spunto a volte di riflessione e a volte di mea culpa.

Kipling riesce in 32 righe a dare un manuale per la vita, una guida per diventare degli esseri umani più umani e più saggi. Riesce ad essere una coscienza rigorosa e senza fronzoli, ma sempre accogliente, sempre sveglia e sempre attuale, ogni giorno, ogni momento, sulle piccole e grandi cose. Ieri come oggi e come domani. Kipling scrive questa lettera a suo figlio nel 1895 e, con parole semplici ma potentissime, riesce ad esplicitare tutto ciò che un essere umano dovrebbe coltivare per essere degno di essere chiamato UOMO e, al tempo stesso, riesce a individuare tutto ciò che potrebbe renderci “uomini” da poco, anzi, “non” uomini.

Se oltre a “Mi illumino di immenso” del buon Ungaretti facessimo leggere ed imparare a memoria questi versi ai nostri ragazzi fin da prestissimo forse, dico forse, faremmo qualcosa di buono non solo per la loro preparazione culturale ma anche per l’espansione della loro coscienza. Forse, con gli anni,  quelle rime germoglierebbero dentro di loro e forse, e sottolineo forse, piccole coscienze potrebbero diventare uomini e donne più consapevoli, più giusti, più forti, più semplici e più centrati.

Intanto, da parte mia, mando a Rudyard il mio ringraziamento profondo per tutto ciò che ci ha lasciato scritto. Per Se ma anche per il Libro della Giungla.

– Se –
Se saprai mantenere la testa quando intorno a te
tutti perderanno la loro e te ne incolperanno,
Se saprai credere in te stesso quando tutti dubiteranno,
ma saprai intendere il loro dubbio,
Se saprai aspettare senza stancarti dell’attesa,
O essere calunniato senza calunniare,
O essere odiato senza dar sfogo all’odio,
E non apparir troppo bello, né parlar troppo saggio;

Se saprai sognare, senza rendere i tuoi sogni  padroni;
Se saprai pensare, senza far del pensiero il tuo fine,
Se saprai affrontare il Trionfo e il Disastro
E trattare questi due impostori allo stesso modo;
Se riuscirai a sopportare di sentire ciò che hai detto di giusto
falsato dai furfanti per farne trappola ai creduli,
o veder le  cose per cui hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi utensili logorati;

Se saprai fare un mucchio di tutte le tue vittorie
E rischiarlo in un unico giro di testa o croce,
E perdere, e ricominciare da capo
e non fiatar verbo su ciò che hai perduto.
Se saprai forzare il tuo cuore, i tendini e i nervi
per aiutare il tuo volere anche se sono da tempo sfiniti,
E tenere duro anche quando in te non c’è più nulla 
tranne la Volontà che dice loro: “Reggete!”

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re senza perdere la semplicità,
Se né nemici né prediletti amici avranno il potere di offenderti,
Se tutti gli uomini  conteranno ma nessuno conterà  troppo;
Se saprai riempire il minuto che non perdona
coprendo una distanza che valga i sessanta secondi,
Tuo sarà il Mondo e tutto ciò che contiene,
E — ciò che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling

                     

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