Ego Ferito alla Festa del Cinema

Pomeriggio di Domenica 5 novembre, giornata finale della Festa del Cinema di Roma, pioggia a secchi, proprio dall’altra parte del bianco e sinuoso Ponte della Musica, all’Olimpico la partita della Lazio è stata sospesa per pioggia. Il campo non drena l’acqua. FESTA-DEL-CINEMA-AUDITORIUM-PARCO-DELLA-MUSICA-ROMAMa anche all’Auditorium Parco della Musica c’è qualcosa che non drena, qualcosa che non scorre, qualcosa che stona.

Allora, la scena è questa: Bar dell’Auditorium. C’è un sacco di gente. Una giovane ragazza con le punte dei capelli verdi e il rossetto nero guadagna a fatica il bancone e ordina un caffè. Vicino a lei un attore “punta di diamante” del cinema nostrano, alto e magro con barbetta e occhiali, ultimamente impegnato a fare il commissario per il piccolo schermo. Il barista mette sul bancone un caffè e la ragazza si avvicina la tazzina per mettere lo zucchero. Ecco la conversazione fedele:

– Certo che io qui nun conto veramente più ‘n cazzo!- lui tra il serio ed il faceto

– Scusi, pensavo fosse mio il caffè, non l’avevo vista. – lei carinamente

– No, è che nun conto più ‘n cazzo… –  fishing for compliments, dimenticandosi che ad una donna il caffè, un uomo, lo dovrebbe cedere di default.

– Ma… io la conosco… – lei lo squadra ad occhi socchiusi e testa inclinata come si fa davanti alle istruzioni di montaggio del divano Ektorp dell’IKEA. – Lei è un attore, vero?–

Fantastica!! Lei gli chiede se lui è un attore quando lui probabilmente si reputa L’ATTORE! Avrei voluto baciarla in fronte a quella ragazzina! In pratica gli ha detto: Chi minchia sei? egoincazzatoDavanti a questo affronto l’Ego dell’attore si incazza e lui la squadra con raccapriccio.

– Capelli verdi…rossetto nero… ma ‘nte sarai sbajata coi colori? –

– Veramente no, a me piace così – la ragazza, pur avendo a occhio e croce trent’anni anni in meno di lui, invece di dirgli “Ma ‘nte sarai sbajato te a dì ‘sta cazzata?” capisce che il non averlo riconosciuto l’ha offeso a morte e dice in segno di pace:

– Mi scusi se non l’ho riconosciuta subito ma sa… non sono molto appassionata di cinema e non bazzico molto…-

Carina, vero? Invece di dirgli “Ahò ma perché minchia dovrei conoscerti per forza? Se c’avessi davanti Gassman o Fernandel pure pure…” lei, come in genere le donne fanno, si prende la responsabilità e chiede scusa per non “bazzicare molto”. Pensate che lui apprezzi questo gesto? Nooooo!! Macchè. L’ego maschile ci mette settimane intere per smettere di ululare quando è stato ferito così duramente e quindi risponde:

– Complimenti, bell’approccio! Non sei appassionata di cinema e vieni alla Festa del Cinema! –

E niente. Il suo ego è troppo incazzato! Invece di dire,” Bella ‘sta cosa! E’ fico che pur non essendo appassionata vieni qui a vedere di che si tratta… magari poi ti appassioni!” No… il problema dell’ATTORE alto e barbuto non è tanto che lei non sia appassionata di cinema quanto che non sia svenuta ai suoi piedi.

Allora… glielo vogliamo ricordare al Commissario con le Clark sulla neve che il Cinema è nato per raccontare storie? Glielo vogliamo ricordare al Celerino che rimane claudicante che il cinema è un apparato di finzione che racconta storie inventate e finge sentimenti? Che l’unica cosa vera è la risonanza che quella finzione lascia dentro di noi, quella risonanza capace di riattivarci tutte le emozioni del mondo? Glielo vogliamo ribadire che l’attore dovrebbe sempre ricordare che lo pagano per fingere, lo pagano per nascondersi dietro altri personaggi, lo pagano per sparire dentro panni che non sono i suoi? E gli vogliamo pure ricordare che quella folla delirante va in deliro per i personaggi interpretati dall’attore e non per l’essere umano che è nascosto dentro?

Ci vuole molta intelligenza e molta umiltà per non dimenticare queste cose.

Tony Servillo, descrivendo il mestiere dell’attore ha citato Louis Jouvet, attore francese del secolo scorso: “… l’instabilità di chi sceglie questo mestiere cui condizione è stare in mezzo tra la presunzione e l’umiltà»mastroianniE quando gli è stato chiesto di citare un esempio di umiltà ha citato Marcello Mastroianni: “Una naturalezza imbarazzante che lascia senza fiato: è per me un’inarrivabile icona, lezione di semplicità e ritrosia sempre importante».

Certo…parliamo di Jouvet, di Servillo, di Mastroianni. Attori veri.

nannarellaD’altra parte però, il cinema ha bisogno di tutti gli attori, anche di quelli che confondono sé stessi con ciò che recitano, anche di quelli che pensano che l’amore della folla sia rivolto a loro e non al personaggio che interpretano. Ne abbiamo bisogno, sì. Perché come diceva Anna Magnani “Un’ attrice, un attore, un artista è una cosa molto difficile da definire. Non so, qualcuno prima di me lo ha detto, sono degli egoisti, degli egocentrici, un po’ esibizionisti… però, guai se non ci fossero gli attori…”

2 pensieri riguardo “Ego Ferito alla Festa del Cinema

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