Sono Romana. Amo la mia città in modo viscerale. Mi commuovo davanti alla sua prepotente bellezza. Piango inciampando nella sua immondizia, smadonno cadendo nelle sue buche, impreco davanti alla sua devastazione ormai a livelli intollerabili.
Ho conosciuto Milano in tarda età ma fin da piccola, pur non avendola mai vista, me la sono sempre immaginata come una signora elegante, di classe, con i capelli sempre fatti, bruttina e un po’ perfettina, segaligna, freddina e poco sensuale. Tipo Madame Adelaide degli Aristogatti.
Roma la immaginavo come una donna scarmigliata e trasandata, i fianchi larghi e la vita stretta, seno procace e piedi nudi, sensuale e lacera, sboccata e arguta. Un incrocio tra Anna Magnani e Cenerentola. Adesso però, Virginia mia, mi hai confuso le idee. Roma mi appare crudele e sguaiata, una parodia di ciò che era, un mascherone ridicolo e cattivo, maleducato e senza speranze di redenzione. Una specie Ursula della Sirenetta. Solo che Ursula è molto più pulita e sistematina. Adesso trovo Milano bella ed elegante, facile da vivere. Certo, avrà anche lei le sue magagne ma è ammantata di vesti europee, affascinanti e a tratti sorprendenti. E Virginia mia…non sai quanto mi brucia.
Allora Virginia, parliamone. Aiutame a capì, te prego.
Prima c’hai vietato i fuochi d’artificio a Capodanno. Evvabè, ci siamo accontentati di fare i botti soffiando nelle buste di carta del pane.
Poi c’hai vietato di uccidere le zanzare, cito l’ordinanza comunale: “I soggetti privati potranno procedere al trattamento contro le zanzare adulte nelle aree verdi di pertinenza, solo in presenza di manifeste condizioni d’infestazione con elevato disagio”
Quindi in pratica potevamo uccidere le zanzare con la pantofola solo in caso di estremo disagio, tipo un attacco da parte di nuvole di zanzare tigre grandi come Stukas e comunque soltanto dopo essere ormai intossicati e privi di lucidità a causa di nubi tossiche di Autan. A parte il fatto che sfido chiunque a riconoscere una zanzara ADULTA. Come avremmo dovuto fare secondo te, Virginia mia? Se arrivano in macchina erano adulte e se c’avevano il ciuccio in bocca le potevamo schiacciare al muro?
E poi c’hai vietato di bere di notte per le strade di tutti i municipi di Roma, tranne nel XIV, ad Ottavia, dove vivi tu. Quindi, lo capisci da sola, in assenza di alcol abbiamo incrementato l’uso di droghe pesanti, servendoci comodamente a Tor Bella Monaca. Molti di noi hanno spostato la residenza a Ottavia. Adesso il XIV Municipio ha una densità di popolazione pari a quella di New York. Noi che non ci siamo spostati, ormai quando ci incontriamo ci salutiamo cominciando con: “Ciao a tutti, mi chiamo Tizio e non bevo da tot giorni!” Segue applauso motivante.
E poi hai vietato agli animali di bere alle fontane. Ho visto per le strade Cocker attaccarsi ai tubi di scolo dei condizionatori e Barboncini tirare fuori dai loro ricci fiaschette sospette. I San Bernando facevano a tutti gli altri il segno dell’ombrello.
E poi ancora hai vietato di superare i 30 Km orari sulla Colombo perché ci sono le radici dei Pini di Roma che fanno i dossi sull’asfalto e quindi è pericoloso. No, dico, Virginia… ma c’hai presente che vuol dire andare a 30 all’ora? I marines che strisciano col passo del giaguaro sotto il filo spinato nemico vanno più veloci, lo sai questo vero? Qualche giorno fa ci ho provato… ho rischiato il tamponamento a catena più lungo della storia! Ma, abbi pazienza Virgì, capisco che tagliare le radici e ripristinare l’asfalto costa, ma a questo punto lasciamo le macchine a casa e uscimo tutti cor girello! Tanto, lento pe’ lento, famo pure ‘mpò de moto, no?
Fino a ieri hai fatto venire i travasi di bile al povero Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico, che ti chiedeve da giorni un appuntamento per discutere il Piano di Rilancio di questa grandiosa e stremata città. Niente. Non gli rispondevi. Ti facevi desiderare. Poi finalmente, quando lui ha tuonato, tu hai ceduto.
Allora, Virginia miabbella, aiutame a capì.
Perché solo divieti? Perché non seguono alternative? Perché non avere un po’ di coraggio? Amministrare una città come Roma è difficile, certo, ma non si risolve con i divieti, che dici? Sarebbe come dire VIETATO AMMALARSI invece di cercare di risanare il Sistema Sanitario!
Capisco che il buon Carlo possa essere stato a tratti un po’ aggressivo (lo devi capire, è coperto di bolle di zanzare tigre e non tocca una goccia di Tavernello da mesi!); capisco che sei stata occupata a chiudere a chiave tutte le porte del Campidoglio per tamponare l’emorragia di Assessori al Bilancio; capisco che c’hai avuto da fà a andare in giro per sfasciacarrozze a cercare pezzi di ricambio per gli autobus dell’ATAC. Guarda… capisco tutto. Ma cosa volevi per deciderti un filino prima a dare ‘st’appuntamento al poro Carlo? Volevi essere sicura che si prendesse le sue responsabilità? Aspettavi le pubblicazioni? Cosa volevi, la serenata con l’anello? Perchè arrivare ai ferri corti e non scegliere invece fin da subito la strada della disponibilità?
Virgina ti prego. Noi Romani abbiamo bisogno che questa città rialzi la testa. Abbiamo bisogno di sentirci fieri delle nostre Strade, dei nostri Parchi e delle nostre Piazze, dei nostri Palazzi, della nostra Storia. Abbiamo bisogno di ritrovare il nostro Orgoglio. Abbiamo bisogno di non sentire più l’impulso di scappare, di andar via, di abbandonare questa città. . Ma abbiamo bisogno di vedere che è possibile, di credere davvero che se lo fanno a Milano si può fare anche qui. Abbiamo bisogno di vedere che ci si prova davvero. Abbiamo bisogno di gente che trasformi questa città sul serio, con perizia e volontà. Abbiamo bisogno di essere istruiti al bello, all’orgoglio della Res Publica. Se la violenza genera violenza allora il rispetto può generare rispetto, l’ordine può generare ordine. E’ fin troppo ovvio che abbiamo bisogno di servizi che funzionino, ma abbiamo bisogno anche di regole sane, non di divieti bizzarri. E abbiamo bisogno che voi amministratori ci assicuriate l’applicazione di queste regole, valide per tutti, così come la sanzione per tutti coloro che queste regole non le rispettano. E’ così complicato?
Virginia mia, te prego… mettete ‘na mano sur core e comincia a lavorare, un pò più lucida e più determinata, con Carletto.
“Prima c’hai vietato i fuochi d’artificio a Capodanno. Evvabè, ci siamo accontentati di fare i botti soffiando nelle buste di carta del pane.”
Sono morta dal ridere. Ma di risate amare sfortunatamente. Nonostante non sia romana, anche io posso dire a modo mio di amare Roma. E’ una città sorprendente ridotta però a un mare di macchine fotografiche… quelle dei turisti. Concordo su quanto dici. Una città del genere ha bisogno di una leadership forte… ma cosa ci vuoi fare? Ormai abituati a politici con il carisma e le capacità di un procione ci accontentiamo di tutto… speriamo Roma e l’italia possan rimettersi in piedi… un giorno lontano.
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Ciao Francesca, grazie per il tuo commento. Mi scrivi “Cosa ci vuoi fare…” voglio continuare a prendere per i fondelli i politici incapaci, continuare non buttare le carte per terra e continuare, come te, a sperare di rialzarci. un abbraccio.
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Sono pazza delle tue considerazioni, bevo le parole una dopo l’altra con una sete inesauribile.
Sono certa : posso non stancarmi mai di leggerti
Grande🌻
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Angela cara… anche io sono pazza della tua famiglia!!! Uno pari…bacissimissimi!!
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